Sulla sponda piemontese del Lago Maggiore dal 1890 al 1950 con omaggio a Franco Mosca.
Realizzata presso la Sala delle Mostre di Arona. Dalla collezione di Marco Gusmeroli una mostra a cura di Adriana Chiari e Studiokay pubblicità.
Camilla Moro scrive il testo introduttivo del catalogo sottoforma di lettera datata 1895 e firmata Carlotta.
Mio Diletto,
Vi scrivo da questo luogo di delizie.
Da una settimana, o poco più, soggiorno alla villa, che finalmente è pronta per riceverVi.
Con la servitù, si è predisposto per il riscaldamento fin dal primo giorno ma, nonostante i numerosi camini distribuiti in ogni stanza, solo oggi possiamo dire di godere di un piacevole tepore.
Ho dato disposizione affinché la carrozza arrivi per tempo in stazione, tenendo conto dell'orario che mi indicate nella Vostra. E' un mezzo leggero, un calesse con capotta nera, trainata da una coppia di irlandesi bai. Il cocchiere, un giovane ammodo, rispettoso e sempre sorridente, si premurerà di caricare il bagaglio. Mi raccomando! Non scordate uno spesso cappotto, un ombrello, e, naturalmente un cappello e una sciarpa. Il clima, qui, non si può certo dire rigido, ma l'umidità delle giornate piovose potrebbe giocare qualche brutto scherzo alla Vostra salute, ancora cagionevole.
Quanto al luogo, sono sicura che, appena avrete messo piede su questa dolce terra, una strana malia si impadronirà di Voi.
Vi sembrerà di entrare in un sogno, tanto gli scorci Vi appariranno fatati.
Percorrerete la strada che costeggia il lago senza poter distogliere lo sguardo del blu delle sue onde. E, se la giornata assomiglierà solo in parte a quella odierna, a ieri o all'altrieri, la luce giocherà con le acque come con una pietra preziosa, accendendole di mille sfavillii. E le sponde! Dicono che nella bella stagione le splendide fioriture di azalee, rododendri e camelie lasciano addirittura senza fiato. Ma anche ora, nella stagione più difficile, il verde perenne risplende di luce cristallina e i monti, spolverati di neve, incorniciano, sotto il cielo turchino, grappoli di casette che si specchiano nell'acqua, ville patrizie dai parchi sontuosi, villaggi che spiccano sulla collina come nel quadro del miglior impressionista.
Mio caro amico, si può mai diventare avvezzi ad un simile Paradiso?
Ma torniamo al Vostro arrivo.
Lasciata la bella via napoleonica, superati i binari della strada ferrata, svolterete sull'acciottolato e comincerete a salire, un poco sballottato dentro il comodo calesse. Solo allora potrete ammirare, dall'alto, lo spettacolo più sorprendente.
Vi auguro di provare quello che provai io quando, come davanti al sipario spalancato di un teatro, mi trovai davanti tre splendide perle, perse nel blu. Isole, mio caro!
Ma non Vi dirò altro, per non privarVi dell'incantamento.
Tornerò, senza dilungarmi oltre, in biblioteca, rivolta ai miei segreti preparativi. Riprenderò con gioia il lavoro interrotto, avvolta nell'aura rosata del tramonto.
Vi aspetto, mio bene, per la Vigilia.
No trovate che il natale sia una delle istituzione più deliziose, se osservato in maniera adeguata? E' un piacere indiscutibile, in un luogo di fiaba come questo, apparecchiare la casa per il grande giorno, disporre le decorazioni, allestire il presepe, curare le vivande, pensare ai doni per chi ci è più caro.
Confido che, quando sarete in questo luogo pieno di poesia, con la sensibilità e l'intelligenza che Vi contraddistinguono, saprete trarre giovamento dal clima sereno, e anche, perché no? della mia compagnia, per tornare alle consuete occupazioni rinvigorito e, oserei dire, più felice.
La felicità è così salutare, amico mio.
E il Lago Maggiore, la mia ultima, splendida scoperta, la infonderà nel Vostro gentile animo come miele caldo.
Abbiate cura di Voi.
Con affetto e sollecitudine
Carlotta