Camilla Moro

Una Tigre in Giardino - II ED.

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Prima di tutto il grido. Acuto ma anche pastoso, echeggiante. Sprigionato dal ventre di una conchiglia. Sfuggito all'abisso. C'è chi giura di averlo sentito, a metà della notte...


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10/09/2010
Giornale Sentire - Corona Perer
Camilla Moro, donne allo specchio in Crepuscolo

CAMILLA MORO, donne allo specchio in "Crepuscolo" di Corona Perer

(Agosto 2010) - Una volta il problema femminile era la liberazione sessuale. "Oggi manca un'educazione sentimentale , e il sesso viene spesso usato semplicemente come merce di scambio" dice Camilla Moro Saporiti psicoterapeuta e scrittrice di successo che al mondo femminile ha dedicato ricerche professionali e indagini tra saggistica e letteratura. Il libro più recente si intitola "Crepuscolo" (edizioni Albatros) ed è dedicato a tre donne che stanno sfiorendo. Il tema è quello del ricordo e anche della morte. Nata a Gallarate, giornalista e scrittrice, Camilla Moro è una psicoterapeuta che ha grande confidenza con il tema della narrazione. Ha esordito con "Il Filo" nel 1995 seguito da "Rito di Iniziazione"e da "Una tigre in giardino" suo terzo romanzo, che ha vinto il Premio Internazionale di Poesia e Narrativa "La donna si racconta" di Pesaro (2006). "Crepuscolo" è costruito su monologhi paralleli, sul filo del ricordo.

In "Rito di iniziazione" lei sembra capovolgere un clichè: che sia sempre la donna ad amare di più. E non l'uomo che di fatti, pur a volte ricorrendo alla violenza, ma testimonia di essere all'altezza della tenerezza. E' questo che voleva dire?
Io non credo che in un rapporto possa esistere disparità nella capacità di dare. Non c'è e non ci può essere chi dà di più . Nel caso di Andrea e Dacia, entrambi trovano nella relazione il luogo dove esprimere i bisogni più profondi . Sono due persone sole e disperate, che scambiano solitudine e disperazione facendo l'amore e dialogando, chiuse in stanze in penombra , in una metropoli dai colori plumbei . Dacia , ancora giovane ,non è innamorata di Andrea, ma utilizza questa relazione per compiere un passaggio molto importante e definitivo nella sua evoluzione di donna . Al suo gesto incosciente e irresponsabile Dacia risponderà con orgoglio, occupandosi da sola della bambina frutto della relazione clandestina.

L'amore - che per una donna è l'ago della bilancia per dirsi realizzata - è ancora così importante?
Se faccio riferimento all'esperienza di psicoterapeuta, posso dire che sì, l'amore è ancora molto importante per definire la realizzazione di una donna. Le donne che chiedono aiuto ad un esperto,di solito lo fanno spinte da un disagio sentimentale . Oggi la paziente tipo è una donna di successo in ambito lavorativo , una efficiente, economicamente soddisfatta, ma allo stesso tempo una donna che soffre per amore. Di solito non ha un buon rapporto di coppia e spesso tradisce, o sogna di tradire.

Lei per professione ascolta anche molte donne: come è cambiata la donna in amore?
La donna sogna ancora il romanzo d'amore. In un certo senso non è cambiata. Fa sesso per avere amore e spera di cambiare l'uomo nel corso della relazione. C'è ancora la "crocerossina", disposta a qualunque sacrificio in nome di un amore che è solamente bisogno di immolarsi, e addirittura aumentano i casi di donne che sopportano maltrattamenti e violenze, in nome di un amore che deriva da mancanza di autostima. Si sono modificati, inoltre, i parametri del principe azzurro: una volta la donna era attratta dall' uomo seduttivo , colto, interessante. Adesso, invece, soldi , bellezza e potere sono i poli di attrazione. C'è da dire anche che le donne hanno sempre più paura di amare, spesso si limitano a sognare un rapporto senza provare neppure ad affrontarlo. Dovrebbero, prima di parlare di amore, imparare ad amare se stesse .

E l'uomo?
L'uomo, dalla sua, finge di dare amore per avere sesso, ma è sempre più distratto e assente. La sessualità viene vista come il fine e non il mezzo per rappresentare l'amore. Di conseguenza l' ansia da prestazione sessuale genera il bisogno di aiutarsi con afrodisiaci, anche da adolescenti. Ma ci sono anche donne e uomini nuovi, consapevoli della loro capacità di dare e ricevere amore.

In Crepuscolo, suo ultimo libro, sono tre donne a raccontarsi: Virginia, Jole e Matilde. Tre donne e ciascuna con il bilancio della propria vita. A chi assomiglia Camilla? O per chi parteggia Camilla?
Io assomiglio a Virginia, ma anche a Jole e a Matilde. Si tratta di tre parti della mia psiche che si raccontano. "Crepuscolo" riprende il mio primo libro, "Il filo", in cui una madre e una figlia dialogavano al telefono .In realtà di romanzo in romanzo, il mio è un percorso dentro la psiche di una donna, forse sempre la stessa, forse sempre io. Si scrive sempre di sé, anche quando si scrivono romanzi storici. Non si fa altro che tentare di raccontare la propria vita, sempre. C'è chi ne è più consapevole, chi meno. Siamo molto complessi, non basta un esistenza per conoscersi.

Cosa le piace di più raccontare o far emergere dalle sue storie?
A me interessa molto esplorare il teatro interno alla nostra psiche, i personaggi che agiscono dentro di noi, le loro modificazioni, i sentimenti, i pensieri. E poi mi interessa il tempo, un certo tempo. Il tempo affettivo, l'eterno presente delle emozioni e dei sentimenti, un tempo che scorre ma è anche adesso, è qui.

Oggi che i sogni sono scomparsi dall'orizzonte non a caso Matilde decide di vivere alla giornata: è questa la soluzione per vivere bene?
I sogni non credo che siano scomparsi, nei giovani. Io ho tre figli e sono pieni di sogni... Matilde sogna un lavoro gratificante e, soprattutto, l'amore. Qui, però, si trova a fare i conti con la morte. "Crepuscolo" è , soprattutto, un libro sul rapporto morte-vita. Bisogna dire , però , che i sogni dei giovani di oggi rischiano di essere schiacciati da una realtà difficile, peggiore di quella che abbiamo vissuto noi, loro genitori. Ma continuano a sognare, ne sono certa, anche quelli che sembrano più cinici o delusi.

http://www.giornalesentire.it/2010/agosto/2146/camillamorodonneallospecchio.html



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